mercoledì 22 luglio 2009

5. Clan e tribù (40 – 12 mila anni fa)

Con l’affermazione del linguaggio simbolico e lo sviluppo dell’autocoscienza l’uomo comincia a vedere lo stesso ambiente con occhi nuovi. In particolare, egli trova minacciosi certi eventi naturali e, per la prima volta, avverte un senso di paura e il bisogno di essere rassicurato. Lo sciamano e la religione rispondono egregiamente a questo bisogno e il dio diviene la figura causale e responsabile, nel bene e nel male, di ogni evento.

Se tutto è riconducibile ad un dio e tutto gli appartiene, non resta che affidarsi a lui e sottoporsi alla sua volontà, che gli uomini possono conoscere per mezzo dello sciamano. In qualità di interlocutore privilegiato del dio, lo sciamano incarna da una parte l’ingresso dell’elemento religioso nelle vicende umane, dall’altro costituisce il primo esempio di divisione del lavoro su basi culturali. Durante il Paleolitico inferiore, lo sciamano non svolge ancora un ruolo sociale stabile e acquista potere solo nei momenti difficili.

La tribù è la prima comunità umana fondata su legami prevalentemente di tipo culturale-religioso. Non ci sono limiti teorici alla dimensione di una tribù. La società tribale si caratterizza, oltre che per l'elemento religioso, per la particolare importanza attribuita all'anziano e per la quasi assenza di gerarchia sociale.

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